I principi materni della medicina matriarcale*

 

I principi materni della medicina matriarcale*

di Cécile Keller

MEDICINA MATRIARC

Il mio interesse per questo tema è nato quando io, da europea, mi ci sono trovata coinvolta. Ne spiegherò brevemente la ragione.
Nel corso dei miei studi medici, iniziati all’età di quarant’anni, mi sono resa conto che la medicina occidentale patriarcale si trova a un punto morto da diversi punti di vista. Mi mancavano quei valori femminili che non riuscivo a trovare nella medicina occidentale, creata e governata com’è dagli uomini e non poteva essere altrimenti dato che l’insegnamento medico occidentale è figlio della società patriarcale in cui viviamo: una società dove gli uomini hanno ed esercitano il dominio e il potere. È chiaro che l’approccio alla medicina non può non rispecchiare la struttura sociale dalla quale è nato.
Ventisei anni fa, mentre studiavo in Svizzera, ho dovuto affrontare una crisi profonda che mi ha fatto ammalare seriamente. Non ho trovato cure nella medicina ufficiale occidentale.
Allora ho preso parte per tre anni a dei cerchi di guarigione sciamanica, dove ho trovato una guarigione profonda e sono entrata di nuovo in contatto con i poteri dell’universo. Per ricevere la guarigione bisogna ritornare “intere”.
Così insegna il cerchio di guarigione sciamanica della Deer Tribe Metis Medicine Society. Il suo sapere si radica in varie tradizione indigene del Nord, Sud e Centro America.
In seguito sono entrata in contatto con l’International Academy HAGIA e lì ho potuto rendermi conto che questo cerchio di guarigione mi aveva insegnato un tipo di medicina basata sui modelli matriarcali. Spinta dalla mia singolare esperienza ho iniziato a indagare su questo tema. Ho ricercato principalmente sui concetti di salute, malattia e diagnosi nelle società matriarcali. Ovviamente erano completamente diversi da quelli della medicina occidentale, perché, ripeto, essi non possono differire dalla struttura sociale nella quale sono nati; è un postulato della sociologia largamente accettato.

Il concetto di salute e malattia nelle società matriarcali
Gli Irochesi, matriarcali, derivano il loro concetto di salute dalla loro visione del mondo, in cui la salute è vista come una condizione di equilibrio tra l’interno e l’esterno dell’individuo. Ogni interferenza a quest’equilibrio è vissuta come una possibile causa di malattia.
Nella società matriarcale Hopi, spiriti, antenati, essere umani, animali,piante, il sole e la luna, la terra e le stelle fanno parte del sistema universo e il mantenimento dell’armonia del tutto si ottiene solo attraverso uno stile di vita corretto. Ne fanno parte l’osservanza delle tradizioni, il corretto svolgimento delle cerimonie e il rispetto degli ideali etici. Il qahopi (la condotta umana non corretta) può portare alla malattia, alla siccità e alla perdita dei raccolti.
Mitsogho del Gabon vedono la salute come equilibrio sociale. A livello individuale, se un membro della comunità si ammala, il disequilibrio sociale, che colpisce la comunità al pari del singolo, deve essere rimosso. La malattia quindi è semplicemente il segnale della mancanza di equilibrio.
Prendiamo in esame adesso la definizione di salute nelle società occidentali patriarcali, così come è definita dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità):
“La salute è uno stato di benessere completo, fisico, mentale e sociale e non una mera assenza di malattia o infermità.”
Come si può notare, la salute è definite solo come una condizione dell’individuo. Non ha niente a che vedere con la comunità, l’ambiente e il mondo.

Il concetto di diagnosi
Dato che le società matriarcali vedono la malattia come un disequilibrio di potere, la diagnosi tradizionale mira a scoprirne le ragioni. In questo modo la diagnosi si concentra sulla sua causa. Il suo focus non è il sintomo del malessere, ma la ricerca e la scoperta della causa. Ciò si discosta dall’approccio medico scientifico che considera decisivi fattori quali i sintomi e il progredire della malattia, mentre tende a non prendere assolutamente in esame la causa.

Le modalità di trattamento
Anche le modalità di trattamento sono olistiche e indirizzate alla persona come un tutt’uno: corpo, anima e coscienza, ma anche visione cosmologica del mondo. I rituali conducono a riconnettersi con quest’ultima e quindi con le divinità, gli spiriti ancestrali e gli spiriti della natura. Si tratta di un processo di guarigione in un senso più ampio. Si allestisce uno ‘scenario’ con lo scopo di risvegliare tutti i poteri spirituali, gli antenati e le divinità. Con preghiere, canti rituali e sacrifici di tabacco viene implorata la benevolenza di questi spiriti perché solo loro possono garantire la guarigione. Sono loro che hanno da sempre garantito il sapere della guarigione agli umani e questo sapere è insito nei loro miti.
Non è chi pratica che decide le modalità di trattamento di cui necessita il paziente, ma gli spiriti, gli antenati e le divinità. Lei o lui agisce solo in sintonia con il mondo spirituale che elargisce il sapere.
Se guardiamo alla medicina occidentale, c’è solo un dottore che tratta un individuo dietro una porta chiusa. Sostituisce divinità, spiriti e antenati.

Due principi di guarigione della Deer Tribe Metis Medicine Society
Il primo è: “Il femminile da’ nascita a ogni cosa vivente.
Il secondo: “Non può essere fatto nulla che danneggi il bambino interiore o esteriore.”
Questi due principi della Metis Medicine Society sono enunciati all’inizio di ogni cerimonia di guarigione.
Il femminile da’ nascita a ogni cosa vivente.” Il significato di questa frase è quasi banale. Eppure esprime un valore matriarcale, una visione del mondo e una coscienza del vivente che indica che l’onore dei popoli matriarcali deriva dal femminile. Non è una novità per noi, ma è sensazionale come una legge di guarigione sia incentrata proprio su questo fatto. È una preghiera che viene detta prima di ogni cura.
Le società matriarcali venerano la dea primordiale e la dea madre. All’inizio di ogni cerimonia di guarigione i popoli matriarcali si rivolgono alla dea madre, la dea della guarigione, perché è in lei che onorano il potere divino femminile che dà la vita e la sostiene. È la dea madre che tiene nelle sua mani i misteri della vita, della morte e della reincarnazione. È lei che crea i rimedi magici e che influenza la malattia e la guarigione, poiché essi sono connessi con la morte e la vita.
I principi della medicina matriarcale
La medicina matriarcale ha la sua origine in una visione femminile del mondo.
Un principio materno sta alla base della guarigione matriarcale.
Lo scopo della medicina matriarcale è sempre quello di mantenere o ripristinare l’equilibrio del mondo. Esistono rituali specifici per mantenere l’armonia del mondo e servono anche a mantenere la salute.
Tutti gli aspetti della medicina matriarcale sono praticati in un contesto spirituale: le cerimonie di guarigione sono ancorate a una visione spirituale del mondo.
Senza questo fondamento non ci sarebbe né trattamento né guarigione, perché il sapere terapeutico proviene dalle divinità e dagli antenati.
Nelle società matriarcali le donne erano e restano le guaritrici delle origini. Sono loro che detengono l’essenza della guarigione e la trasmettono alle generazioni future attraverso il lignaggio materno.
Ecco in linea di massima i principi della medicina matriarcale.
Adesso ritornerò al cerchio di guarigione sciamanica e ai due principi che ho imparato dalla Deer Tribe Metis Medicine Society. Esaminerò cosa li lega ai principi della medicina matriarcale.
Awenhai è la grande dea madre degli Irochesi. È considerata la dea più antica e a lei sono attribuiti i rimedi magici. Nella Grecia classica, Hecate era la sovrana delle guaritrici. Il suo regno è nel mondo sotterraneo. Tiene nelle sue mani la morte e la vita, la malattia e la guarigione. Presso gli Egizi la grande dea madre, la grande maga è Isis. Anche lei governa la malattia e la guarigione. Ha inventato la mummificazione dei defunti e per gli Egizi questo garantiva la vita eterna.
Nel mondo umano è la donna che porta in sé questo mistero, proprio come una dea. Trasforma la morte in vita reincarnando le anime dell’altro mondo in questo. Il clan vive attraverso la donna, fonte di rinascita. Le donne sono onorate nelle società matriarcali per questo motivo fondante.
Ciò spiega anche il perché in una società matriarcale le donne hanno nelle loro mani il potere: come la dea sanno trasformare la malattia in salute.
La seconda legge di guarigione della Deer Tribe Metis Medicine Society dice: “ Non può essere fatto nulla che danneggi il bambino interiore o esteriore.”
Prima di analizzarla, vorrei spendere due parole sul concetto del bambino interiore. Fin dagli anni ’90 la psicologia occidentale usa questo termine per esprimere i sentimenti, i ricordi e Ie esperienze dell’infanzia che sono immagazzinate nel cervello. Non è di questo che si sta parlando; la legge esprime invece la presenza in noi di un’anima divina. Secondo questa legge infatti quest’anima va protetta e deve essere fatto ogni sforzo per evitare che venga ferita. Parallelamente nessun bambino deve essere ferito. È questo il significato espresso da ‘bambino esteriore’.
Secondo i popoli matriarcali le bambine e i bambini sono sacri perché sono la reincarnazione degli antenati: in queste società crescono sotto la protezione del clan materno. In generale le persone nel matriarcato sono protette da una società che dà loro sicurezza, radicata nella dea madre e negli antichi antenati che garantiscono protezione e guida. Le loro anime divine hanno come base la loro connessione con il mondo divino.
Queste leggi di guarigione manifestano valori interiorizzati che sono validi nella vita di tutti i giorni. Invocarle è un atto magico con cui rafforzano il significato di questi valori.
Credo che ora sia chiaro perché interpreto le leggi di guarigione della Deer Tribe Metis Medical Society come principi matriarcali.
Queste due leggi abbracciano il principio materno.
Esempio di questo principio materno è anche il fatto che, nelle società matriarcali, l’intera comunità del villaggio prende parte a ogni cerimonia di guarigione. Si tratta dell’espressione di un’attitudine materna, dimostrano che si prendono cura gli uni degli altri. Dal loro punto di vista, la malattia di un individuo tocca ogni membro del villaggio. La malattia di una persona indica una mancanza di equilibrio nel clan, nel villaggio o nella regione.
Concludendo pongo la questione di come possiamo introdurre questi principi matriarcali di guarigione, in particolare quello materno, nella medicina di oggi. È appurato che nei patriarcati sono le donne e i bambini a essere più frequentemente feriti e ad ammalarsi. Sono anche quelli che ricevono meno protezione. Con il termine materno non parlo solamente delle madri biologiche, ma intendo tutte le forme di attitudine materna: fisica, mentale e spirituale.
Molte madri sopportano grandi ferite durante le loro vite, cercano guarigione ma generalmente si trovano intrappolate nelle stesse vecchie e tormentate strutture. La medicina standard o la psicologia spesso è incapace di curare le ferite, in quanto sono scienze inventate dagli uomini.
Nelle società matriarcali le donne tengono saldamente l’arte di guarire nelle loro mani. Possiamo quindi concludere automaticamente che noi donne dobbiamo iniziare a riappropriarci del processo di guarire. Il primo importante passo da fare è diventare una buona madre per la nostra anima divina. Se lasciamo questo compito al caso, potremmo dover aspettare una vita intera prima che una buona madre si prenda cura delle nostre anime e ne permetta la guarigione.
Come per fare questo primo passo? Riconnettendo consapevolmente la nostra anima alla dea. Il movimento della dea, femminista e matriarcale, ci ha riportato vicino alla dea. Nel patriarcato la dea è stata demonizzata e separata dagli esseri umani. Celebrando i misteri della vita leghiamo di nuovo le nostre anime al divino femminile che è in noi e fuori di noi. Guarigione vuol dire questo. Se ne saremo capaci, capovolgeremo il modello: ciò che è stato demonizzato ritornerà a essere sacro, ciò che è stato diviso ritornerà intero.
Solo quando la nostra anima si riconnetterà con la dea, saremo capaci di prestar attenzione e l’amore perso ritornerà nella nostra anima ferita. Segnerà il secondo passo: legandoci di nuovo alla dea otterremo la capacità di guarire la nostra anima. Questo è il processo, ma non si può sapere quali saranno le strade che si apriranno perché questo è un percorso dinamico individuale.
Una volta rivitalizzato il processo, possono manifestarsi cambiamenti anche all’interno del patriarcato. Per apportare cambiamenti nella società, dobbiamo cambiare noi stesse.

MEDICINA MATRIARCALE

*Intervento presentato nella sessione: IDEE E PROGETTI DI CAMBIAMENTO MATRIARCALE, durante il convegno MATRIARCATI DEL MONDO: ALTRE DIMENSIONI DEL PRESENTE – Bologna 11/12 ottobre 2014

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